Perfetta letizia è sapere che Dio è con me, nella gioia e nelle avversità.
È sapere che Dio mi accompagna sempre, ogni giorno.
È sapere che Dio mi accompagna sempre, ogni giorno.
Caro S.Francesco,
sono oramai molti anni che ho fatto la professione perpetua e ancora non ho capito nulla… sono molti anni che Tu mi accompagni in questo viaggio che è la vita, però è da poco che mi sono resa conto che il tuo stile di vita vorrei che fosse sempre di più il mio. Durante questi ultimi mesi ho preparato un percorso di preghiera basato sull’approfondimento di alcune caratteristiche del francescanesimo : la povertà, l’umiltà, l’obbedienza, il servizio, la letizia; e sia nel tempo che mi è occorso per realizzarle che nel momento in cui queste preghiere sono state svolte ho capito e, soprattutto ho sentito dentro di me, che queste tue peculiarità un po’ già mi appartenevano e per la prima volta ho desiderato con tutto il cuore che fosse sempre più così.
Ho desiderato di vivere all'interno della chiesa, di testimoniare i suoi punti di vista anche se vanno contro il pensare comune, di cercare di svolgere un compito con cui faccio fatica a relazionarmi perchè vorrei avere abbastanza fede da credere che alla fine imparerò qualcosa e che tutto è disposto per il mio bene.
Ho desiderato di avere la capacità di parlare al cuore dell’uomo e di avvicinare le sue solitudini, di fare della condivisione il mio pane quotidiano, di essere attenta al povero e al debole e di avere il coraggio di rifiutare ogni forma di discriminazione contraria alla giustizia evangelica, per essere potenziali costruttori della «fraternità universale» e, attraverso questa, del «bene comune».
Ho desiderato essere umile nella prontezza del perdono. Ho desiderato far “morire” la donna orgogliosa che si nasconde dentro di me e che si lega al dito ogni minima offesa, ne esige la riparazione e quando perdona lo fa con gesto di degnazione. Vorrei essere umile al punto di non fare gran caso dei torti ricevuti, di perdonare prima ancora che mi venga richiesto e sapendomi bisognevole di misericordia, non misurarla con il fratello, non contare le volte che lo ho già perdonato.
Essere disposta a sperimentare una crisi per mezzo della quale imparare a rinnegare la mia volontà, la mia auto giustizia, la mia autosufficienza, la mia autorità. Ciò significa rinnegare le mie capacità di portare qualsiasi croce con le mie sole forze.
Vorrei fare tutto questo con lo spirito della perfetta letizia. Il che non significa che tutto vada bene, non è neppure autocompiacimento e non è far finta che i problemi non esistano. Perfetta letizia è sapere che Dio è con me, nella gioia e nelle avversità. È sapere che Dio mi accompagna sempre, ogni giorno.
Ho desiderato,dunque, essere come te e passare da una esperienza religiosa imperfetta ad una più perfetta. Da un Dio di cui posso disporre a un Dio che può disporre di me.
Poi mi é tornata in mente una frase delle fonti che fin dai primi anni in fraternità mi ha sempre dato speranza: "Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te". (FF 367)
E quindi ora vorrei chiederti di aiutarmi, di guidarmi sulla via di chi ripone la propria fiducia nel Signore, sulla via di chi riesce ad abbandonarsi a Dio e in Dio perché sa che nessuna lacrima passa inosservata, nessuna richiesta resta inascoltata, di chi sa che in ogni morte c’è un seme di resurrezione e soprattutto di chi conosce la gioia di una preghiera esaudita anche se in tempi e in modi diversi da quelli che la limitata mente umana riesce a concepire.
Ti prego S. Francesco insegnami ad affidarmi al Signore, a convertire i miei tempi ai Tempi di Dio, i miei progetti ai Suoi Progetti, le mie modalità alle Sue Modalità, ma soprattutto aiutami a non fare del mio desiderio di abbandono un alibi per non agire, per non compromettermi. Intercedi presso il Signore affinchè io abbia il coraggio di prendere in mano un arco e lanciare le frecce, lasciando decidere allo Spirito quali di esse devono colpire il bersaglio e quali è meglio che vadano in altre direzioni che sembrano perdute ma che perdute non sono.
Infine Ti ringrazio per la mia fraternità, che poi è la tua, per tutte le occasioni di crescita che ho avuto all’interno di essa nel corso degli anni, per tutti i fratelli e le sorelle che mi hanno accompagnato in tutte le diverse fasi della mia vita e con i quali ho avuto la grazia di sperimentare sempre più i doni di Dio.
Nello spazio e nel tempo sei nel mio cuore… Ti abbraccio forte
sono oramai molti anni che ho fatto la professione perpetua e ancora non ho capito nulla… sono molti anni che Tu mi accompagni in questo viaggio che è la vita, però è da poco che mi sono resa conto che il tuo stile di vita vorrei che fosse sempre di più il mio. Durante questi ultimi mesi ho preparato un percorso di preghiera basato sull’approfondimento di alcune caratteristiche del francescanesimo : la povertà, l’umiltà, l’obbedienza, il servizio, la letizia; e sia nel tempo che mi è occorso per realizzarle che nel momento in cui queste preghiere sono state svolte ho capito e, soprattutto ho sentito dentro di me, che queste tue peculiarità un po’ già mi appartenevano e per la prima volta ho desiderato con tutto il cuore che fosse sempre più così.
Ho desiderato di vivere all'interno della chiesa, di testimoniare i suoi punti di vista anche se vanno contro il pensare comune, di cercare di svolgere un compito con cui faccio fatica a relazionarmi perchè vorrei avere abbastanza fede da credere che alla fine imparerò qualcosa e che tutto è disposto per il mio bene.
Ho desiderato di avere la capacità di parlare al cuore dell’uomo e di avvicinare le sue solitudini, di fare della condivisione il mio pane quotidiano, di essere attenta al povero e al debole e di avere il coraggio di rifiutare ogni forma di discriminazione contraria alla giustizia evangelica, per essere potenziali costruttori della «fraternità universale» e, attraverso questa, del «bene comune».
Ho desiderato essere umile nella prontezza del perdono. Ho desiderato far “morire” la donna orgogliosa che si nasconde dentro di me e che si lega al dito ogni minima offesa, ne esige la riparazione e quando perdona lo fa con gesto di degnazione. Vorrei essere umile al punto di non fare gran caso dei torti ricevuti, di perdonare prima ancora che mi venga richiesto e sapendomi bisognevole di misericordia, non misurarla con il fratello, non contare le volte che lo ho già perdonato.
Essere disposta a sperimentare una crisi per mezzo della quale imparare a rinnegare la mia volontà, la mia auto giustizia, la mia autosufficienza, la mia autorità. Ciò significa rinnegare le mie capacità di portare qualsiasi croce con le mie sole forze.
Vorrei fare tutto questo con lo spirito della perfetta letizia. Il che non significa che tutto vada bene, non è neppure autocompiacimento e non è far finta che i problemi non esistano. Perfetta letizia è sapere che Dio è con me, nella gioia e nelle avversità. È sapere che Dio mi accompagna sempre, ogni giorno.
Ho desiderato,dunque, essere come te e passare da una esperienza religiosa imperfetta ad una più perfetta. Da un Dio di cui posso disporre a un Dio che può disporre di me.
Poi mi é tornata in mente una frase delle fonti che fin dai primi anni in fraternità mi ha sempre dato speranza: "Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te". (FF 367)
E quindi ora vorrei chiederti di aiutarmi, di guidarmi sulla via di chi ripone la propria fiducia nel Signore, sulla via di chi riesce ad abbandonarsi a Dio e in Dio perché sa che nessuna lacrima passa inosservata, nessuna richiesta resta inascoltata, di chi sa che in ogni morte c’è un seme di resurrezione e soprattutto di chi conosce la gioia di una preghiera esaudita anche se in tempi e in modi diversi da quelli che la limitata mente umana riesce a concepire.
Ti prego S. Francesco insegnami ad affidarmi al Signore, a convertire i miei tempi ai Tempi di Dio, i miei progetti ai Suoi Progetti, le mie modalità alle Sue Modalità, ma soprattutto aiutami a non fare del mio desiderio di abbandono un alibi per non agire, per non compromettermi. Intercedi presso il Signore affinchè io abbia il coraggio di prendere in mano un arco e lanciare le frecce, lasciando decidere allo Spirito quali di esse devono colpire il bersaglio e quali è meglio che vadano in altre direzioni che sembrano perdute ma che perdute non sono.
Infine Ti ringrazio per la mia fraternità, che poi è la tua, per tutte le occasioni di crescita che ho avuto all’interno di essa nel corso degli anni, per tutti i fratelli e le sorelle che mi hanno accompagnato in tutte le diverse fasi della mia vita e con i quali ho avuto la grazia di sperimentare sempre più i doni di Dio.
Nello spazio e nel tempo sei nel mio cuore… Ti abbraccio forte
L'autrice di questo scritto ha chiesto di restare anonima
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