Se oggi San Francesco tornasse, che tipo di persona sarebbe, come si comporterebbe? Che cosa direbbe? Come potremmo riconoscerlo? Questi sono solo alcuni interrogativi che ogni giorno in molti ci poniamo unitamente ad altre domande che seguiranno nel presente articolo. Attraverso il sentiero riflessivo che percorreremo insieme nel corso della lettura di questo affascinante contributo ritroveremo il senso di appartenenza alla nostra scelta di vita e recupereremo quel comune senso di smarrimento trovando il piacere e la gioia della nostra chiamata missionaria nel nostro tempo.
Tra molti elementi di distinzione quello più significativo è l’innocenza ed il senso di missionarietà nel nostro operato, che noi tutti abbiamo perduto.
Infatti l’innocenza ci consente di cogliere i segni di vita in tutte le creature e la missionarietà di vivere dando un senso profondo alla nostra scelta francescana e alla nostra vita.
Cristo prima e San Francesco poi, ci hanno insegnato che dobbiamo imparare a rinascere, a recuperare l’innocenza e vivere il Vangelo con un senso diverso, perché altrimenti non sapremo più riconoscere la verità che ogni giorno porta con sé.
Il contatto con la natura educa l’uomo a farsi sorprendere dal nuovo con innocenza, a sapere che arriverà il momento della difficoltà e del dolore, che verrà però superato e compensato.
L’invito esteso ai laici formulata dal Santo Padre nella novella “Novo Millennio ineunte” ricorda che il Signore ci ha chiamato alla vocazione francescana per “vivere il Vangelo in comunione fraterna” per realizzare la nostra vocazione francescana non solo nella fraternità, ma con la fraternità, lavorando “come operai mandati nella vigna” del Signore, cioè nel mondo.
COSA RICHIEDE IL LAVORO NELLA VIGNA DEL SIGNORE?
La risposta la troviamo proprio nella nostra Regola e nel Vangelo: “Gratuitamente ho ricevuto, gratuitamente offro” - “Chi ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo per sé, deve annunciarlo”. - “ L’art. 4 II capv. – capitolo II – FORMA DI VITA della regola: “ I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo [ cfr Apostolicam Actuositatem 30,8]. -“ L’art 5 regola ofs: “ i francescani secolari….ricerchino la persona vivente e operante di Cristo nei fratelli, nella Sacra Scrittura, nella Chiesa e nelle azioni Liturgiche.” -“ L’art. 6 regola ofs: “ …si facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando Cristo con la vita e con la parola…..ispirati a S.Francesco e con lui chiamati a ricostruire la Chiesa….” - “ L’art. 7 Regola:…. In virtù della loro vocazione, attraverso il Vangelo…conformino il loro modo di pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore …che lo stesso Vangelo designa come “ CONVERSIONE”, la quale, per la umana fragilità deve essere attuata ogni giorno. ( per questo motivo che durante questo periodo di Quaresima – di rinnovamento siamo invitati tutti a dei momenti di preghiera frequenti ed intensi) – Ed infine dobbiamo sempre ricordare tra tutti l’art. 10 della regola che ci ricorda :….. ADEMPIANO FEDELMENTE AGLI IMPEGNI PROPRI DELLA CONDIZIONE DI CIASCUNO NELLE DIVERSE CIRCOSTANZE DELLA VITA, E SEGUANO Cristo, povero e crocifisso, testimoniando anche fra le difficoltà e le persecuzioni.
LA POVERTÀ “ FRANCESCANA” DEL NOSTRO TEMPO COME SI RAPPRESENTA?
Questo è un altro punto nodale ed oggetto di attente riflessioni, ma occorre doverosamente essere ben interpretata ed intesa partendo proprio dalla regola ( cfr cfr Regola 11), in sintesi ecco come:
1. come distacco e nell’uso dei beni terreni –
2. trovare una giusta relazione ai beni terreni -
3. semplificare le proprie materiali esigenze –
4. consapevolezza di essere amministratori dei beni ricevuti a favore dei figli di Dio (cfr. Vangelo)
5. mettersi alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo.( cfr.: Mt.25,40)
Oggi in particolare, dove emergono nuove e più pericolose povertà, più subdole e silenti, l’apostolato francescano può sortire effetti positivi. Abbandono, solitudine, ozio, insidie tecnologiche e sociali (droga, dissesti ecologici) sono le nuove ineludibili sfide del nostro tempo, che possiamo affrontare con un’opera impegnata e silente. Solo allora la carità diventerà giustizia ed il servizio offerto a DIO diventerà testimonianza. Se abbiamo lavorato bene nella vigna del Signore, potremo sperare che molti altri potranno dire: “Abbiamo visto il Signore”.
Manlio Merolla
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