Ancora una volta sotto lo sguardo dolce di Maria tutti noi abbiamo dato il massimo, consapevoli che lenostre voci oltre che alla platea sono arrivate in cielo sotto forma di melodiosa preghiera: la più bella forma di preghiera, il canto, aspettando speranzosi la nascita del Bambino Gesù.
E’ fatta. Incredibile!
Pensavo che il secondo impatto con la cantata di Natale sarebbe stato più semplice, invece stante il successo tributatoci lo scorso anno,è stato più impegnativo. Ma a detta di tutti è andata bene.
E così rivivo piacevolmente il mio percorso: un paio di anni fa, attirata dal coro che animava le liturgie domenicali, lentamente ho sentito montare in me una voglia matta di far parte di quel gruppo. Ed ecco che arriva Rosa alla cui forza prorompente e coinvolgente non si può resistere! Mi da la possibilità di far parte di quel coro… e poi gli eventi sono andati avanti con naturalezza.
La proposta, l’anno scorso, di partecipare alla cantata di Natale e di mettersi in gioco a 50 anni suonati, mi fa tuffare a capofitto e con l’entusiasmo di un’adolescente in questa avventura estremamente divertente ma anche tanto impegnativa.
All’inizio non è stato facile; ma confidando più nella mia buona volontà che nelle mie capacità canore e tenendo ben presente che “ non è mai troppo tardi “( come diceva il buon maestro Alberto Manzi in televisione durante gli anni 60) sono riuscita pian piano ad inserirmi, a saper ascoltare ed imparare. Ma anche a vivere un po’ più da vicino lo spirito di fraternità, educandomi all’esercizio dell’obbedienza e della pazienza nell’accettare i nostri fratelli con i loro limiti umani, ma soprattutto spronandomi alla ricerca dell’umiltà.
La maggior parte del merito va al maestro del nostro coro, Ninni, alla sua bravura, alla sua infinita pazienza e al suo vivere profondamente lo spirito francescano; è stato per me di grande aiuto ed esempio non solo da un punto di vista didattico ma, soprattutto, per l’inizio del mio cammino nell’ambito della fraternità.
Le prove di quest’anno sono state per me ancora più piacevoli, per il maggiore affiatamento raggiunto con il gruppo, così che anche dopo una lunga e pesante giornata di lavoro ci siamo ritrovati la sera a mettere spesso da parte la stanchezza ed a lavorare gioiosamente insieme per preparare questo spettacolo. Non è mancata qualche scaramuccia verbale, ma la sapiente gestione della nostra guida è sempre riuscita a risolverla con un sorriso finale, cosicché anche quest’anno possiamo essere soddisfatti della nostra esibizione.
Ancora una volta sotto lo sguardo dolce di Maria tutti noi abbiamo dato il massimo, consapevoli che le nostre voci oltre che alla platea sono arrivate in cielo sotto forma di melodiosa preghiera: la più bella forma di preghiera, il canto, aspettando speranzosi la nascita del Bambino Gesù.
Maria Rosaria Colantuoni
Nessun commento:
Posta un commento