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lunedì 27 dicembre 2010

Vivere Il Natale Con S. Francesco

Dio viene senza armi, senza la forza,  perché vuole essere accolto dall’uomo in piena libertà. Dio, diceva  l’attuale Papa Benedetto XVI, si fa bambino inerme per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso nell’uomo. Il desiderio che tutti portiamo nel cuore, è che la prossima festa del Natale ci doni, in mezzo all’attività frenetica dei nostri giorni, serena gioia per farci toccare con mano la bontà del nostro Dio ed infonderci nuovo coraggio.
Per comprendere meglio il significato del Natale del Signore, dovremmo fare un breve cenno storico di questa solennità. L’anno Liturgico della Chiesa non si è sviluppato inizialmente partendo dalla nascita di Cristo, ma dalla fede della sua Resurrezione. Perciò la festa più antica della Chiesa non è il Natale, ma la Santa Pasqua. Difatti la Resurrezione di Cristo fonda la fede Cristiana, è alla base dell’annuncio del Vangelo e fa nascere la Chiesa. Quindi essere cristiani  significa vivere in maniera pasquale, facendoci coinvolgere dal dinamismo che è originato dal Battesimo e che porta a morire il peccato per vivere con Dio. Il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di Roma nel 204 commentando il libro di Daniele. Nel IV secolo la festa del Natale ha assunto una forma definitiva prendendo il posto della festa romana “ Solis Invicti”  “Il Sole Invincibile”, che è Cristo con la vittoria della vera Luce sulle Tenebre del Male ed il Peccato.
Tuttavia, la particolare ed intensa atmosfera del Natale sorge e si sviluppa nel medioevo grazie a San Francesco di Assisi, che era profondamente innamorato dell’uomo Gesù, del Dio con noi. Tommaso da Celano disse di S. Francesco, “al di sopra di tutte le altre solennità, celebrava con ineffabile premura il Natale del bambino Gesù, chiamava festa delle feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato a un seno umano. Da questa particolare devozione al mistero dell’incarnazione ebbe origine la storica celebrazione del Natale a Greccio. La notte di Greccio infatti, ha ridonato alla cristianità l’intensità e la bellezza della festa del Natale, e ha educato il popolo di Dio a coglierne il messaggio, il particolare calore , ed ad amare ed adorare l’umanità di Cristo sotto le sembianze di un bambino. E San Francesco nel guardare, adorando, il grande mistero si commuoveva e piangeva pensando alla sublime umiltà, all’amore inerme di Dio, alla sua benignità, all’estrema povertà accettata dal Padre per cambiare a pieno la sua volontà a favore di tutti noi.
Grazie a San Francesco, il popolo cristiano ha potuto percepire che a Natale, Dio è davvero diventato L’Emmanuele, il Dio con noi, dal quale non ci separa alcuna barriera, alcuna lontananza. In questo bambino, infatti, si manifesta Dio – Amore perché senza armi, senza la forza, senza violenza, ma solo per Amore viene a portare a tutti  gli uomini di buona volontà la PACE VERA!
Preghiamo il Padre Celeste perché conceda al nostro cuore quella semplicità che rinasce nel bambino, proprio come fece S. Francesco a Greccio.
Con l’augurio che possa succedere anche a noi quanto accadde a Greccio:
Ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile Gioia!
Auguri di Buon Natale a tutti.
P. Arsenio Di Pietro

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